Sanità

Liste d'attesa: cosa fare

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Cerchiamo di fare chiarezza sulla complessa questione delle liste d'attesa ospedaliere.


Il problema delle liste d’attesa riguarda le richieste di esami di laboratorio, di visite specialistiche, di diagnostica strumentale e di ricoveri per interventi chirurgici al di fuori dell’emergenza. È possibile esigere tempi certi per un determinato numero di prestazioni. Il Piano nazionale per il governo delle liste di attesa 2010/2012 stabilisce i tempi massimi per le 58 prestazioni elencate nel (PNGL) in particolare per 14 visite specialistiche es. Cardiologia e oculistica da garantire entro 30 giorni dalla richiesta, per 29 diagnosi strumentali come mammografie e tac da erogare entro 60 giorni.
Per la diagnostica e la specialistica i tempi massimi devono essere rispettati nel caso di prime visite o primi esami, non per i controlli. Il medico che prescrive per le prestazioni ambulatoriali dà l’indicazione clinica dei tempi in cui devono essere erogati, indicando sulla ricetta un codice di priorità:

  1. U - urgente, da garantire entro 72 ore;
  2. B - breve, entro 10 giorni;
  3. D - per visite entro 30 giorni o per prestazioni strumentali entro 60 giorni;
  4. P - visite e controlli programmabili: non c’è un tempo definito (tutte le regioni che hanno normato hanno indicato 180 giorni).

Il decreto legislativo 124/1998 in particolare detta direttive precise in materia di liste di attesa. Il comma 10 dell’art. 3 sancisce che le Regioni sono tenute a disciplinare i criteri secondo i quali i direttori generali delle aziende sanitarie locali e ospedaliere devono determinare i tempi massimi che possono intercorrere tra la data in cui una prestazione viene richiesta e quella in cui la stessa è erogata.

  1. Se l’appuntamento non è nei tempi previsti come stabilisce la legge 124 del 1998 sulla base dei codici di priorità indicati nel PNGLA (piano di governo liste di attesa) e l’ASL non è in grado di individuare una struttura pubblica convenzionata per erogare la prestazione nei tempi stabiliti, (che andrebbero comunicati all’assistito al momento in cui presenta la domanda della prescrizione).
  2. Se la prescrizione riporta il codice di priorità e l’attesa per effettuare la prestazione si prolunga oltre il limite massimo previsto dal (PDGLA) per legge si può chiedere di ottenere la prestazione in regime libero professionale pagando solo il ticket se dovuto.

Attenzione!

Prima di pretendere una prima visita o un primo esame diagnostico in libera professione per i tempi d’attesa troppo lunghi nel servizio pubblico, bisogna sapere che c’è un’eccezione.
Se il Cup propone una struttura in grado di fornire la prestazione sanitaria entro i tempi stabiliti dalla legge ma il paziente non l’accetta perché vorrebbe un struttura o anche una Regione diversa da quella di residenza si perde il diritto al tempo massimo garantito.
Per ottenere la visita o l’esame in intramoenia si presenta un’istanza formale mediante raccomandata con ricevuta di ritorno al direttore generale dell’Asl o dell’Azienda ospedaliera e all’assessorato regionale alla Sanità.

Questo articolo è realizzato da:

Sindacato Pensionati Italiani CGIL

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