Alimentazione

Riso integrale: un tesoro prezioso

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Lo sapevate che il riso raffinato perde molte vitamine, quasi tutte le fibre e le sostanze protettive, proprie del riso integrale?


Il riso per gli orientali è sinonimo di ricchezza, di abbondanza, di purezza. In occidente questo cereale è usato spesso come augurio di felicità e di fecondità: si gettano, infatti, manciate di riso sugli sposi durante la cerimonia delle nozze.

Il riso integrale (lo potete trovare in commercio anche con la denominazione di “sbramato di risone”) è un ottimo alimento energetico e di facile digeribilità; favorisce l’abbassamento della pressione sanguigna elevata; è utilissimo nelle coliti e nelle fermentazioni intestinali, nella stitichezza e nella diarrea.

È il cereale principale da consumare quando i reni funzionano poco (nell’insufficienza renale). È infatti relativamente scarso di proteine e di sodio. Questo cereale favorisce infine il mantenimento di un peso equilibrato. Oggi, purtroppo, si consuma quasi esclusivamente riso raffinato. Questo aggettivo è tuttavia ingannevole e lascia intendere chissà quali miglioramenti del prodotto ottenuti da una lavorazione più accurata. In realtà i processi di sbiancamento e di brillatura impoveriscono grandemente il riso. Vengono infatti eliminate molte vitamine, parecchi minerali, una buona percentuale delle proteine, quasi tutte le fibre e le sostanze protettive. In questo modo il riso raffinato perde moltissime delle caratteristiche terapeutiche proprie del riso integrale.

La Food and drug administration (FDA, l’ente governativo statunitense che, tra l’altro, sovrintende alla salubrità del cibo) considera il riso integrale un “alimento funzionale” per le sue proprietà antiossidanti, regolatrici dei grassi nel sangue e della glicemia, anticancerogene e neuroprotettrici. Queste proprietà sono tipiche soprattutto delle sostanze contenute nella parte più esterna del chicco di riso, proprio quella eliminata durante la raffinazione.
Non esistono controindicazioni al consumo di questo cereale e non a caso è proprio con il riso che viene iniziato lo svezzamento. Il riso integrale è anche adattissimo per le persone anziane. La sua presenza regolare in tavola aiuta chi soffre di colite, ipertensione arteriosa, stitichezza, denutrizione, infiammazioni articolari.

Ricetta base per la cottura del riso integrale

La cottura del riso integrale è molto semplice e si presta a preparare, con poco impegno, un cereale adatto per la realizzazione di piatti diversi, nutrienti e molto gustosi.

Ingredienti
1 bicchiere di riso integrale, 2 bicchieri di acqua, un pizzico di sale
Preparazione
Sciacquate con cura il riso in abbondante acqua corrente in modo da rimuoverne tutte le impurità. Scolatelo e mettetelo in una pentola d’acciaio con il fondo spesso. Aggiungete due bicchieri d’acqua e il sale. Coprite e mettete sul fuoco. Quando inizia a bollire, sempre mantenendo la pentola coperta, abbassate la fiamma al minimo necessario per mantenere una leggerissima ebollizione. Dopo 60 minuti (durante i quali potete “dimenticarvi” del riso) spegnete il fuoco e aspettate ancora 5-10 minuti prima di alzare il coperchio. Scoprirete che il riso sarà perfettamente cotto e l’acqua del tutto riassorbita. Il riso cotto in questo modo può essere utilizzato subito, condendolo nel modo desiderato (vedi ricetta successiva), oppure può essere conservato in frigorifero per confezionare nei giorni successivi i piatti più diversi.

Questo articolo è realizzato da:

Sindacato Pensionati Italiani CGIL

Questo articolo è realizzato con il contributo di:

LiberEtà

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