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In molte ASL si è diffusa la prassi di bloccare le liste. E cioè, quando viene raggiunta una soglia che non consente di effettuare prenotazioni entro i tempi massimi di attesa, non vengono più accettate prenotazioni, pertanto non viene fissata una data, e la richiesta viene posta “in attesa di entrare nella lista d’attesa”.
Questo escamotage consente alle ASL di non documentare il superamento dei tempi di attesa e di non farsi carico della spesa cui sarebbe tenuta per garantire la prestazione in via alternativa (intra-muraria o privata).
Al momento della prenotazione si ha diritto di conoscere la data in cui la prestazione richiesta verrà effettuata e il tempo massimo di attesa per quella prestazione.
Se non viene comunicata la data, e il servizio si riserva di comunicarla successivamente, significa che la lista d’attesa è bloccata e che la prestazione non può essere garantita entro i tempi massimi stabiliti.
A questo punto, il cittadino può pretendere che la medesima prestazione gli sia fornita privatamente senza costi aggiuntivi rispetto al ticket.
Il medico di base e il pediatra di libera scelta non sono servizi di emergenza e non sono tenuti a garantire la reperibilità. Per questo c'è il servizio di continuità …
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